Come funziona il processo creativo… Come funziona il MIO processo creativo? Come girano le rotelle nella mia testa? Che cosa funge da innesco affinché l’idea deflagri fra il cuore e il cervello?

Facendo un lavoro creativo (sì, quando non si è impegolati nelle paludi della burocrazia, il mio sarebbe un lavoro creativo) ho cercato nel corso degli anni di affinare una tecnica… è stato fallimentare. Insomma, proprio per la sua peculiarità mi risulta difficile codificare il processo e avanzare in modo ordinato, però alcune cose le ho capite, poche, ma le ho capite. Innanzitutto ho capito che ho bisogno di SILENZIO. Qualche volta ci provo a selezionare la playlist “relaxing music” o “music for concentration” o “music for study” e via dicendo, ma non c’è storia: anche la musica più soft mi porta altrove. Quindi che SILENZIO sia!

Altro ingrediente che ho capito essere fondamentale è il MOVIMENTO, il cammino in particolare. CAMMINARE in ambiente naturale, ma forse ancor più in ambiente urbano mi stimola e al contempo favorisce la concentrazione e la definizione di alcuni pensieri. Sarà per questo che all’inizio di questa stagione di corsi teatrali ho proposto per Teatro19 il laboratorio ERRARE HUMANUM EST (ti lascio il link così se vuoi dare un’occhiata puoi farti un’ idea http://www.teatro19.com/corsi/errare-humanum-est/ ).

Il terzo ingrediente è… CAMBIARE IL PUNTO DI VISTA: cambiare strada, cambiare lato della strada, cambiare posto a tavola, guardare un’immagine ribaltata, mettermi a testa in giù… Non è sempre facile cambiare le proprie piccole abitudini, ma spesso ne vale la pena. Ci sono un paio di libri dell’artista Keri Smith che amo molto, uno si intitola “Come diventare un esploratore del mondo” e l’altro “The Wander Society. La rivoluzione creativa della vita quotidiana”, entrambi sono editi da Corraini e fanno del cambio di prospettiva e del GIOCO, gli strumenti creativi per eccellenza. Mi hanno dato molti spunti.

In questo tempo strano mi è sembrato spesso necessario fare come i criceti che si riempiono le tasche guanciali di noccioline per affrontare i periodi di magra: riempirsi di immagini, video, suoni, parole… però questo mi ha dato un po’ di nausea. Per essere creativa ho bisogno di viaggiare leggera e quando riesco a camminare in silenzio sull’altro lato della strada… sento che le cose cominciano a funzionare, che la mia creatività trova il suo ritmo, che qualcosa dentro me fiorisce.

p.s. la foto è di Paolo Ferraglio da me “creativamente” reinterpretata

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