Ho da poco concluso un breve percorso nel quale sono stata formatrice in public speaking. Tre incontri di lavoro focalizzati su sguardo, gesto e parola. Non mi capita spesso di proporre esercizi teatrali applicati ad un obbiettivo diverso dallo stare sulla scena, anche se, chi deve sostenere un discorso in pubblico, sta “in scena” eccome.

La glossofobia, ovverosia la paura di parlare in pubblico, pare essere una delle paure più diffuse perché esporsi – forma e contenuto – davanti ad altre persone sconosciute (o anche conosciute) significa in primis confrontarsi con la paura del giudizio (proprio e altrui), con le personali insicurezze e vulnerabilità. Nulla di diverso da quello con cui un’attrice o un attore si scontrano e confrontano ogni volta che salgono su un palco mentre, attraverso la finzione, cercano la propria autenticità.

Pur partendo da una base a me nota, perché sperimentata nel lavoro teatrale di anni, ho provato a tracciare linee di connessione, a focalizzare gli obbiettivi, a concentrare e ad accorpare serie di esercizi e pratiche teatrali che mi consentissero di accompagnare i partecipanti sino ad intravedere una possibile svolta, il superamento di un ostacolo, uno scatto in avanti rispetto al punto di partenza. Per carità niente soluzioni miracolose, ma solo qualche strumento e un po’ di consapevolezza in più rispetto a potenzialità e peculiarità.

Come noto, tanto si dà e tanto si riceve, e così è stato che grazie a questo pur breve percorso mi sono portata a casa io stessa un bel po’ di chiarezza in più con il piacere (sì, anche il piacere) di inscrivere anche questo tassello in un percorso di ricerca complessivo che mette al centro l’esercizio all’ascolto.

Che si tratti di pura ricerca teatrale, di produzione di spettacoli o podcast, di laboratori teatrali, di corsi di public speaking o finanche di percorsi di team building (così come in fondo dovrebbe essere nella vita in generale) sapersi mettere in ascolto rappresenta le fondamenta senza le quali la casa crolla.

Sguardo, gesto e parola di cui avere contezza e da saper amministrare con sapienza sono strumenti potenti, la cui efficacia viene attivata se si è permeabili, se si affina la propria capacità di percepire sé stessi, gli altri, sé stessi in relazione agli altri e allo spazio nel quale si agisce. Così nel public speaking, come in teatro. E si tratta di un esercizio difficile da condurre, quasi una pratica da mantenere viva quotidianamente, per tutta la propria esistenza.

Parole e opere dunque, parole e gesti, azioni, sguardi, ma anche le “omissioni” del titolo di questo articolo. Le “omissioni” sono importantissime se le si intende come corrispondenti alle pause, ai silenzi, agli stop, alle fratture nel ritmo dato, ma anche ai cambi di direzione repentini che mantengono desti, presenti nel “qui ed ora”. E poi gli errori, gli imprevisti la cui gestione ed “accoglienza” rappresentano una sfida sempre interessante da affrontare e attraverso la quale crescere inesorabilmente.

E ora qualche spunto per approfondire.

Questo è il percorso di public speking che ho guidato insieme a Paola Olini per INPRATICA. A febbraio 2021 dovrebbe partire un nuovo ciclo

https://formazioneinpratica.it/homepage-corsi/arte-di-comunicare/

Qui trovate il video realizzato tra il 24 e il 28 agosto 2020 a Quantin (BL) durante il laboratorio COMPIERE L’AZIONE guidato da Renata Molinari a partire dalla struttura compositiva dei triangoli di Thierry Salmon. Ha sicuramente molto a che fare con l’esercizio dell’ascolto. https://www.labottegadellosguardo.it/wp/compiere-lazione/

Questa è la presentazione di ERRARE HUMANUM EST, il laboratorio in cammino per esploratori teatrali che conduco per Teatro19. Ha al proprio centro proprio osservazione ed ascolto, come preliminari del fare teatrale http://www.teatro19.com/corsi/errare-humanum-est/

Questi di seguito invece sono due suggerimenti d’ascolto:

LIEVITI è un podcast che ho avuto modo di conosce durante il lockdown e che fa dell’ascolto, dell’arte e dell’attesa gli elementi centrali dei sei preziosissimi episodi. https://open.spotify.com/show/7MUxdL6kBsq45zemFM6fyr?si=5f605ac323024c2e

Questo è il link a radioartemobile che propone sul suo sito una selezione di interessanti produzioni audio di artisti, musicologi, compositori, ricercatori e critici d’arte . In particolare segnalo “Western Ghats / Mapusa / Mumbai (1h Radio Edit)
India, 2017″ di Francesco Fonassi WEEKLY #18. Un lavoro che nasce da intense sessioni di ascolto in India nel 2017. https://www.radioartemobile.it/weekly/?fbclid=IwAR1VubCEpPW3WvJVxcg1rI7pbVdHQnIBuxBSgfkcxnupwhvdPYNlAXa_3W8

P.S. La fotografia è opera di Paolo Ferragio, ma le barrette colorate sono colpa mia

 

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